A chi fa male lo schwa
Irene Proto, esperta di comunicazione, dice che il simbolo non va imposto, ma è un guadagno per tutti che non toglie niente a nessuno. Sicuri? Ecco qualcuno per cui è un danno
Quelli che Attila era un migrante
Ascoltare la rassegna stampa di Radio 3 e sentire il direttore del manifesto dire che le invasioni barbariche non erano altro che fenomeni migratori. Parere legittimo e alquanto spericolato
Sale l’orda dei fantavaticanisti
Dopo virologi, quirinalisti ed esperti di Casa Bianca, ora gli specialisti del Conclave. Carcare sui social i quiz (e qui Leopardi) per capire se si è all’altezza
In Romania ha rivinto la destra. Potremmo riannullare le elezioni
Oltre l’ironia, bisognerebbe prendere atto che in democrazia vale anche l’opinione di chi la pensa diversamente sa come la si dovrebbe pensare. Annotazioni sul doppio standard (immaginate se avesse vinto la sinistra e…)
Ricordarsi che il Nobel andò anche alle SS
Annie Ernaux dice che Houellebecq non è mai stato in lizza per il Nobel perché è di destra. Ohibò, e Eliot e Lorenz? O, meglio ancora, il giovane Grass volontario nella milizia nazista?
Il magnifico surrealismo contemporaneo
Sette mirabolanti enunciati che vanno di moda in questa primavera europea (a proposito di Russia, guerra, Musk, Trump eccetera). Ne seguiranno di certo altri
Le bombe su di noi, foglie in autunno
Oggi guarderemmo con sospetto persino l’Eisenhower che avvisò sul pericolo del “complesso militare-industriale”. Le tragedie del Novecento non ci spaventano più
I due eterni minuti d’odio
Il rituale di 1984, il capolavoro di Orwell, racconta un’esigenza della natura umana. Ci insegue, dai lager e dai gulag ai social. Che peccato. Che spreco
Peccato che i calciatori non leggano Dostoevskij
Tonali, Fagioli e gli altri scommettitori sarebbero forse stati più attenti se avessero letto Il giocatore. Un suggerimento alle società e un ricordo nostalgico
I libri di storia che scriverà l’intelligenza artificiale
Pare che Niente di nuovo sul fronte occidentale e Diario di Hiroshima siano stati inutili: tutto corre di nuovo verso la guerra. A scrivere i prossimi libri saranno le macchine. A leggerli, non si sa
Batteria, basso e chitarra: come suonavano bene i Sex Pistols
A cinquant’anni dal loro unico disco (Never Mind the Bollocks), il Corriere rispolvera un luogo comune: “Non sapevano suonare”. Al contrario, invece. Ascoltare e provare per credere
Gli includenti che escludono i dislessici
Sul divieto della schwa, le polemiche trascurano una questione in costante aumento sui banchi di scuola. Il buon senso prevalga sull’ideologia
Banna tu che banno io: come si estingueranno i social
Prima eravamo un popolo di commissari tecnici, poi di critici gastronomici, quindi di virologi, ora di geopolitici allievi di Kissinger. E su quello – tutto bianco o tutto nero – si litiga e ci si cancella a vicenda
La Storia è tornata e ci prende a calci nel sedere
Biancaneve politicamente corretta non sta in piedi: le buone intenzioni woke tracollano davanti a un maschio bianco privilegiato che quando va bene è chiamato bullo (Trump)
Ragazzi che picchiano i prof. E che sarà mai?
Casi di cronaca che stupiscono sempre di meno. Un fallimento per le famiglie, incapaci di educare, e della scuola, che mette gli studenti in teche di cristallo
L’Europa, che non ha più guerrieri
Un pezzo di Scurati e tutta l’opera di Hemingway. Ma alla Storia non importa: lei, continua a macinare morti facendo il suo lavoro coi droni
La storia non è finita, e non farà prigionieri
Schlein invoca un salto quantico per scavalcare la frattura epocale provocata da Trump. Che, però, ha avito quattro anni per prepararsi: siamo solo all’inizio
Far la coda e comprare qualcosa che non si sa cos’è
A Milano ogni mattina si forma una fila di persone che compra, ignorandone il contenuto, i pacchi non consegnati. Poi c’è anche la coda di chi cerca cibo. Come va il mondo spiegato dai Clash
Il secondo peccato originale dell’uomo bianco
Sosteneva Murgia che i maschi nel sistema patriarcale sono come i mafiosi. In America è colpevole dell’eterno colonialismo. Ma non comprende l’occupazione e lo sfruttamento dell’utero.
Francamente imbarazzante
Fratelli d'Italia è un inno adottato da chi all’epoca la Resistenza la fece davvero, senza limitarsi a farla magari togliendosi da X o da Facebook, come va di moda oggi. In base a tali dati storici, è dunque anche un inno antifascista
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